Iniziano le manovre per la modifica dell'articolo 10 del Decreto Crescita, quello che prevede la possibilità per il cliente di ottenere uno sconto diretto in fattura al posto del credito d'imposta utilizzabile nei 10 anni successivi ai lavori di riqualificazione energetica effettuati sulla propria abitazione.

L'annuncio arriva direttamente dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli che, nel corso di un Question Time al Senato avvenuto nei giorni scorsi, ha affermato: “Lo spirito della norma era stimolare la riqualificazione energetica venendo incontro alle esigenze dei consumatori. Purtroppo essa ha avuto effetti negativi per due motivi. Anzitutto i grandi gruppi industriali e commerciali hanno superiori capacità di acquisto e possono permettersi prezzi di vantaggio. In secondo luogo le piccole e medie aziende del paese hanno una bassa capienza fiscale e non possono permettersi di applicare l’articolo 10 e lo sconto in fattura che esso prevede”.

Il ministro Patuanelli ha risposto così all'interrogazione del senatore Alan Ferrari (PD) che aveva sollevato le principali criticità della normativa relativa all'Ecobonus e allo sconto in fattura previsto dall'articolo 10 e a quella del senatore Gianni Pietro Girotto (M5S) che aveva insistito sulla necessità non più rinviabile di intervenire sulla misura per correggerne le distorsioni soprattutto rispetto alle piccole e medie aziende del settore.

Come si ricorderà, la norma dell'articolo 10 era stata fortemente contrastata dalle associazioni di categoria dei serramentisti che ne avevano segnalato le principali criticità: “L’ecobonus, con lo sconto direttamente in fattura, è una misura non praticabile che rischia di indurre una domanda che non potrà essere soddisfatta”, avevano scritto in un comunicato congiunto le associazioni di categoria chiedendo al governo una revisione sostanziale dell'intera norma.

L'articolo 10 e lo sconto in fattura, inoltre, favorirebbe i grandi player del mercato a scapito delle piccole e medie imprese della filiera che non avrebbero la capacità fiscale per reggere lo sconto e riutilizzare poi il credito d'imposta acquisito dal cliente, creando in tal modo uno squilibrio del mercato e una distorsione della concorrenza.

Dopo l'intervento del ministro quindi, la strada sarebbe quella di istituire un tavolo tecnico con le associazioni di categoria per arrivare ad una revisione sostanziale dell'articolo 10 da rendere attiva già a partire dalla manovra di bilancio 2020.

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